ELEZIONI AMMINISTRATIVE 3 – 17 OTTOBRE 2021

 

 

PER UNA VITA IN …COMUNE!

CONTRIBUTI NON RICHIESTI IN DIECI PUNTI

PER AZIONI DEGLI ENTI LOCALI A SUPPORTO

DI PIU’ VITA, PIU’ FAMIGLIA, PIU’ EDUCAZIONE LIBERA,

(DUNQUE PIU’ SUSSIDIARIETA’)

Le nostre associazioni scelgono quella idea della persona, per cui ognuno di noi è un valore assoluto sempre, indipendentemente dal suo benessere, dal suo successo, dalle condizioni in cui si trova. Anzi, la fragilità è occasione per accorgersi che la vita chiede senza sosta di essere accolta in ogni istante.

Le azioni che, tentativamente, poniamo in essere sono perciò finalizzate alla tutela e alla promozione della vita umana dal concepimento alla morte naturale, facendo leva sull’educazione e la solidarietà reciproche da attuarsi nelle comunità in cui la personalità di ciascuno sorge e può crescere, a partire dalla famiglia e dalla scuola, fino alle opere di condivisione no profit ma anche imprenditoriali.

A questo servizio può e deve partecipare anche la “politica”, in primis dello Stato e della Comunità europea, che sono tenuti a riconoscere i “diritti inviolabili dell’uomo” -primo fra tutti il diritto alla vita- nelle forme comunitarie in cui la personalità si esprime (cfr. art. 2 Costituzione), così anche conferendo in tal modo concretezza al principio di eguaglianza tra tutti gli esseri umani (art. 3 della Cost.).

Ma questo compito è egualmente anche dei Comuni, che, riconoscendo e valorizzando i principi comunitari e sociali ed essendo più prossimi alle singole persone e alla ricchezza delle comunità intermedie possono dare forza e sostenere la vita di ciascuno, specie dei più fragili, dare strumenti ai nuclei familiari e promuovere la libertà di educazione, innanzitutto riconoscendo e valorizzando le esperienze comunitarie e sociali.

 

Pertanto, dall’esperienza di tante associazioni e dalla positività di numerose buone pratiche presenti in molti territori comunali, offriamo ai programmi delle liste e alla creatività di ciascun candidato alcuni contributi per azioni concrete in vista del rinnovo di molte Amministrazioni comunali fissato per i prossini 3 e 17 ottobre 2021, rimanendo, volentieri, a disposizione per ogni collaborazione, anche e soprattutto dopo la campagna elettorale…

 

 

1) POLITICHE COMUNALI A FAVORE DELLA VITA E DELLA FAMIGLIA? ECCOLE!

 

I criteri per attuare corrette politiche familiari

  • Le politiche familiari non sono politiche di lotta alla povertà, pertanto, almeno come tendenza, non possono essere legate al reddito e non devono avere come scopo la ridistribuzione del reddito: esse sono per definizione universalistiche proprio perché ogni famiglia è un bene comune. Eppure, ogni volta che in Italia si avviano politiche di sostegno e di tutela della famiglia e della maternità, queste sono sempre legate al reddito, contrariamente a quanto succede con le rottamazioni, le ristrutturazioni edilizie, l’acquisto dei decoder e dei frigoriferi.
  • Le politiche familiari devono in ogni occasione e ad ogni livello essere applicate in chiave sussidiaria e non assistenziale. La solidarietà è fine dell’azione politica ma non può mai essere disgiunta dalla sussidiarietà. Le politiche familiari non possono essere declinate in chiave individualistica, bensì devono sempre considerare la famiglia in quanto tale, tenendo conto dei carichi familiari.
  • Le politiche familiari non devono essere indirette, bensì dirette: non una politica del lavoro, della casa, della sanità intesa in modo generico ma una politica della casa per la famiglia, del lavoro per la famiglia, della sanità per la famiglia. Perché i Comuni assegnano gli alloggi di edilizia popolare in via definitiva con una metratura standard (quasi sempre bassissima), senza prevedere né la crescita di una famiglia né le esigenze che si modificano nel corso delle varie fasi della vita familiare?

 

Le politiche familiari a livello comunale

L’Ente locale appare sempre più come un luogo strategico per “reinventare” nuove politiche pubbliche, e per essere non più terminale periferico di un cervello centrale, ma organo di governo di un territorio autonomo.

Quelle che seguono sono alcune di possibili proposte di politica familiare per gli Amministratori locali.

 

2) INTERVENTI SULLO STATUTO E DEFINIZIONE DI CRITERI GENERALI.

 

  • Inserire nello Statuto comunale fra le finalità della comunità civica il riconoscimento e la promozione della vita dal concepimento alla morte naturale.
  • Promuovere il riconoscimento in linea generale del nascituro quale componente del nucleo familiare agli effetti di tutti gli interventi messi in atto dal Comune e stabilire in via generale che le misure comunali vengono attribuite tenendo conto del numero dei figli;
  • Inserire nello Statuto comunale il principio di sussidiarietà orizzontale quale cirterio di governo della civica comunità rappresentata.

 

  • COMUNI PER LA “VITA NASCENTE”

 

Approvare la mozione-tipo per chiedere che il Parlamento istituisca la giornata della vita nascente. Si tratta di una iniziativa, già avviata da molti Comuni, che mira a diffondere una cultura dell’accoglienza della vita nascente mediante l’istituzione a livello legislativo di una giornata nazionale appositamente dedicata. Attualmente giacciono in Parlamento sei Progetti di legge finalizzati all’istituzione, in data 25 marzo, della Giornata Nazionale della Vita Nascente, che ha come obiettivo di fare emergere tutta la positività dell’esperienza genitoriale, già a partire dal concepimento. Ciò riveste una valenza particolare nel presente momento storico, caratterizzato da un’impressionante e sembrerebbe ineluttabile denatalità

 

  • SOSTEGNO ALLA MATERNITÀ, ALLA GENITORIALITA’ E ALLE RESPONSABILITÀ EDUCATIVE

 

  • Sostenere le misure aventi l’obiettivo di rimuovere le cause (specialmente di natura economica) che inducono la donna a decidere di abortire, anche promuovendo la collaborazione con i Centri di Aiuto alla Vita e con i Consultori familiari, in riferimento agli artt. n. 1, 2, 3 e n. 5, commi 1 e 2 della legge n. 194/1978. Vanno promosse, ad esempio, convenzioni tra Comune e Centri di Aiuto alla Vita per il sostegno alle gravidanze difficili e la messa a disposizione di spazi a tale scopo; va organizzata una costante diffusione di materiale informativo sull’attività dei Centri di Aiuto alla Vita nei Consultori e nelle strutture socio – sanitarie cui le donne usualmente si rivolgono per l’interruzione volontaria della gravidanza, nonché una mirata promozione dell’attività culturale degli stessi Centri negli ambiti della scuola, dei servizi sociali, della sanità; detto materiale dovrà far conoscere anche la possibilità, prevista dalla legge, di partorire in anonimato, l’esistenza di “culle per la vita”, i diritti spettanti alla gestante, a partire dal settore lavorativo.
  • Istituire un fondo comunale per l’erogazione di un contributo economico in caso di parto alle donne che non usufruiscono di sufficienti trattamenti di maternità a norma delle leggi nazionali.
  • Intervenire economicamente a supporto delle ragazze madri in difficoltà, che pur a fronte di gravi motivi economici accettano di proseguire la gravidanza, anche con convenzioni per valorizzare tutti i progetti di soggetti no profit a favore delle madri (es. Progetto Gemma, ecc.);
  • Concedere prestiti sull’onore per sostenere le responsabilità individuali e familiari e agevolare l’autonomia di nuclei monoparentali, di coppie giovani con figli, di gestanti in difficoltà.
  • Agevolare le associazioni familiari che gestiscono in proprio servizi di baby-sitting, con personale volontario o a tempo parziale o anche con personale professionale, che stipulano contratti con gruppi di famiglie interessate.
  • Valorizzare le “banche del tempo”, sia rispetto ai carichi assistenziali, sia rispetto ad altre esigenze quotidiane delle famiglie.
  • Avviare servizi cosiddetti della “madre di giorno” (Tagesmutter), che consentono di affidare bambini, da 1 a 5 anni, ad un’altra madre, opportunamente formata (e seguita da un operatore sociale professionale), e retribuita dall’Ente locale.
  • Favorire la costituzione di nidi familiari, condominiali o aziendali, o di servizi integrativi per la prima infanzia ed il doposcuola, gestiti dagli stessi genitori, specie se si organizzano in forma cooperativa.
  • Favorire la semplificazione e la velocizzazione dei percorsi di adozione, anche attraverso maggiori risorse da riservare ai servizi di assistenza sociale, al fine di ridurre i tempi di attesa e affiancare le coppie istanti.

 

 

  • POLITICHE TARIFFARIE

 

  • Introdurre l’indice d’equità familiare, ossia il criterio fiscale che permette di ripartire i carichi impositivi e tariffari fra le famiglie, non solo in senso verticale (per classi di reddito), ma anche in senso orizzontale (tra nuclei familiari con più figli o con soggetti, anche anziani, in condizioni di disabilità e altri meno gravosi dal punto di vista della struttura dei bisogni). Uno strumento, quindi, utile a stabilire quote contributive eque per e fra tutte le famiglie, secondo le opzioni possibili anche in base alle dimensioni e alle caratteristiche del singolo ente locale, quali, ad esempio, il fattore famiglia (modello Castelnuovo del Garda) o il quoziente familiare (modello Parma)].
  • Promuovere agevolazioni fiscali e tariffarie con riduzioni dell’aliquota IMU per la prima casa, qualora tornasse oggetto d’imposta, rivolte alle famiglie con specifiche responsabilità di cura, e comunque sempre parametrate sui carichi familiari.
  • Prevedere nei servizi scolastici (nido, mensa, servizi di trasporto, ecc.) lo sconto per le pluri-utenze.
  • Creare tariffe ad hoc per le famiglie per il pagamento delle tasse sui rifiuti, gas ed acqua, atteso che attualmente le famiglie con figli, consumando necessariamente di più, sono ingiustamente penalizzate dall’aumento più che proporzionale del costo pro-capite.

 

  • CASA E SPAZI URBANI

 

  • Approvare una disciplina della assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica in cui il concepito sia considerato a tutti gli effetti un membro del nucleo familiare ai fini della attribuzione del punteggio per la graduatoria.
  • Destinare un capitolo di spesa specifico dei bilanci comunali per l’erogazione di buoni casa o di contributi in conto interessi alle giovani coppie (con matrimonio contratto nei due anni precedenti o da contrarre entro un anno) che intendano acquistare la prima casa (riservando questo aiuto a coppie sotto un certo reddito).
  • Prevedere agevolazioni, in materia d’oneri d’urbanizzazione e di costo delle aree, per chi costruisce riservando una quota d’alloggi da destinare alla locazione o alla “futura vendita” a favore di giovani coppie.
  • Intervenire sul patrimonio abitativo non utilizzato, con censimento e interventi che, pur nel legittimo interesse dei proprietari, consentano di sfruttare al meglio il patrimonio immobiliare privato e pubblico del territorio comunale.
  • Individuare aree edificabili per sperimentare progetti di “comprensori-famiglia”, elaborati da cooperative familiari in cui vengano predisposte abitazioni che tengano conto degli spazi necessari ad una famiglia che cresce o ad una famiglia allargata, che si apre, ad esempio, ad affidi o si prende cura di parenti anziani.
  • Familiare ius aedificandi: istituire, se le leggi regionali lo consentono, nuovi Crediti Edilizi Familiari in ragione di ogni figlio per consentire di allargare le abitazioni o di vendere i crediti finalizzandoli alle esigenze educative dello stesso, così attribuendo una sorta di “dote” al le famiglie con figli senza oneri per il “Pubblico”, con un pizzico di sussidiarietà urbanistica.
  • Approvare una disciplina per l’assegnazione degli alloggi in edilizia convenzionata (c.d. peep), che valorizzi i nessi comunitari del territorio (ad es. giovani di un certo perimetro territoriale o che, originari nello stesso, rientrino per stabilire la propria famiglia), nonché leve per favorire il consolidarsi di legami familiari e non e spazi al servizio della famiglia; a titolo esemplificativo, possono essere premiate cooperative che prospettino alloggi “duplex” per insediare, in ipotesi, una “nuova” famiglia giovane con a latere un piccolo appartamentino per i potenziali nonni ovvero che progettino spazi comuni per servizi all’infanzia anche in tutto o in parte autogestiti dalle famiglie stesse.
  • Predisporre progetti relativi alla qualità ed alla sicurezza dell’abitare urbano, soprattutto in relazione alla possibilità, da parte di bambini, giovani e anziani, di usufruire di spazi per il tempo libero, l’incontro, l’aggregazione e il gioco, senza incorrere in gravi rischi in ordine alla loro sicurezza.

 

  • TEMPI SOCIALI E TEMPI PER LA FAMIGLIA

 

  • Prevedere incentivi alle imprese che sperimentano orari flessibili legati ad esigenze familiari, contratti a tempo parziale e lavoro a distanza.
  • Stanziare un contributo mensile per la permanenza in casa dei figli-neonati, almeno fina ai dodici mesi d’età, alle madri che lo richiedano motivatamente, per consentire loro di ritardare il rientro al lavoro avvalendosi di tutte le agevolazioni di legge.
  • Attuare una revisione degli orari e dei tempi delle città tenendo conto delle esigenze familiari.
  • Introdurre buoni servizio per chi ne fa richiesta, validi per l’acquisto di servizi erogati da soggetti accreditati.
  • Prevedere una valorizzazione economica del lavoro “casalingo” delle mogli-madri: ciò può essere attuato sotto forma di “salario familiare”, da pagare direttamente al coniuge lavoratore, al fine di garantire alle donne che lo richiedano quel reddito aggiuntivo che altrimenti avrebbero dovuto procurarsi sul mercato del lavoro. Prevedere contestualmente forme previdenziali per le casalinghe inserite in famiglie mono-reddito, aventi condizioni economiche medio-basse.
  • Favorire l’acquisto da parte della famiglia di servizi per la casa e per le persone, non solo rispetto a situazioni particolari di bisogno (vedi badanti), ma anche rispetto all’obiettivo generale di sostenere il peso del “doppio lavoro” (professionale – di cura) in carico prevalentemente alle donne che lavorano fuori casa.
  • Promuovere politiche giovanili per prevenzione del disagio: politiche dello sport, politiche culturali e di educazione civica.

 

  • SERVIZI A SUPPORTO DELLA CURA FAMILIARE PER LA PERMANENZA DI SOGGETTI DEBOLI NELLA FAMIGLIA

 

  • Prevedere interventi di sostegno di carattere economico per le famiglie che assumano compiti di cura di disabili fisici, psichici e sensoriali e d’altre persone in difficoltà; in tal senso, andrà assicurato il maggior sostegno alle reti associative (come SOS disabili) impegnate nella promozione e all’attuazione dei diritti delle persone con disabilità, nonché a progetti di integrazione degli alunni disabili nel contesto scolastico e sociosanitario, con stanziamento di risorse adeguate.
  • Prevedere che il disabile destinatario di assistenza socio-socio-sanitaria a domicilio possa contestualmente usufruire, adattandone il progetto, di centri diurni, al fine di sviluppare le proprie capacità e di favorire una sua inclusione sociale a tutto campo.
  • Prevedere un contributo economico, inferiore alle rette degli istituti, a quelle famiglie che volontariamente preferiscano tenere in casa la persona bisognosa d’assistenza.
  • Finanziare o stipulare convenzioni con iniziative di assistenza temporanea (vedi soprattutto no profit), o realizzazione di «servizi di sollievo», che non sradichino il soggetto debole dalla famiglia, ma allo stesso tempo consentano alla stessa che se ne prenda cura di aver momenti di riposo e periodi di “alleggerimento”.
  • Provvedere affinché le scelte per il miglioramento delle strutture e della organizzazione dei servizi (protocolli di intesa e accordi di programma) siano improntate non solo su criteri di efficienza, ma sulla ricerca di una maggiore umanizzazione dell’assistenza.
  • Favorire il permanere degli anziani nelle reti territoriali di appartenenza e nelle vicinanze delle famiglie dei figli, anche con specifici interventi di edilizia convenzionata, come accennato sopra per il “progetto duplex”.

 

  • INFANZIA, EDUCAZIONE, ISTRUZIONE

 

  • Promuovere e sostenere servizi di assistenza all’infanzia anche gestiti direttamente da associazioni di famiglie e/o associazioni no profit.
  • Riconoscere e valorizzare la responsabilità primaria della famiglia e una partecipazione più attiva dei genitori anche nelle scelte educative dei figli in età scolare.
  • Ridurre le discriminazioni esistenti tra i bambini dello stesso Comune che frequentano un servizio statale (gratuito, come le materne), un servizio comunale (invece parametrato al reddito), una scuola paritaria (retta unica per abbienti e meno abbienti);
  • Parificare pertanto l’erogazione di servizi agli studenti (es. refezione scolastica, trasporto scolastico, ecc) a prescindere dal tipo di scuola frequentato.
  • Riportare nelle disposizioni della normativa ministeriale inerente il Consenso informato preventivo dei genitori (NOTA MIUR n.19354 del 20/11/2018) prima di realizzare vari progetti su temi sensibili come quelli inerenti l’educazione all’affettività, alla salute o l’educazione civica.
  • Assumere l’impegno affinché l’ente comunale esca dalla rete RE.A.DY. (se ne fa parte).
  • Chiedere contributi per abbattere le rette fino alla loro esenzione (Decreto Legislativo 65 – 2017 art 9) e attutire le discriminazioni esistenti tra i bambini dello stesso comune che frequentano un servizio statale (come le materne gratuite), un servizio comunale (per fasce di reddito) o le paritarie (con rette uniche per ricchi e poveri).
  • Integrare i contributi di Stato e Regioni con l’obiettivo di raggiungere l’esenzione totale delle rette per i disabili. Purtroppo, finora i Comuni compensavano i fondi di Stato e Regioni con i propri già assegnati, con il risultato che i genitori continuavano a pagare la retta e il docente a sostegno.

 

  • AUTO-AIUTO, SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE E TRA FAMIGLIE, ASSOCIAZIONISMO

 

  • Avviare servizi formativi ed informativi di sostegno alla genitorialità (Family Hub), anche attraverso la promozione del mutuo aiuto tra le famiglie.
  • Valorizzare servizi per l’affido familiare al fine di sostenere con qualificati interventi formativi i compiti educativi delle famiglie interessate: in particolare attivare, in collaborazione con le associazioni presenti nel settore, “progetti comunali affidi”, stimolando ed agevolando l’offerta di disponibilità da parte delle famiglie che vogliano accogliere minori i cui genitori siano temporaneamente in gravi difficoltà.
  • Riconoscere il ruolo attivo delle famiglie nella formazione di proposte e progetti per l’offerta dei servizi e per la valutazione della loro efficacia: istituire la Consulta delle Associazioni familiari.
  • Accantonare una certa percentuale dei fondi stanziati per l’imprenditoria sociale, a favore dei progetti presentati dalle “associazioni di solidarietà familiare”, regolarmente iscritte nei registri regionali.

 

 

A cura di

Alleanza Cattolica, Ass. Amici di Lazzaro, Ass. Articolo 26, Ass. Cuore Azzurro, Ass. Cerchiamo il Tuo volto, Collatio.it, Ass. Convergenza Cristiana, Ass. Costruire Insieme, Ass. Culturale Zammeru Masil, Ass. Difendere la vita con Maria, Ass. Donum Vitae, Ass. Esserci, Ass. Etica & Democrazia, Ass. FamigliaSI, Ass. Family Day- Difendiamo I Nostri Figli, Ass. Il Crocevia, Aippc – Ass. Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, Ass. L’albero, Ass. Liberi e Forti, Associazioni Medici Cattolici Italiani, Ass. Nuova Generazione, Ass. naz. Pier Giorgio Frassati, Ass. Nonni 2.0, Ass. Non si tocca la famiglia, Ass. Politicainsieme, Ass. Progetto culturale, Ass. Proposte per Roma, Ass. Pro Vita & Famiglia, Ass. Generazione Famiglia, Ass. Radici, Ass. Rete Popolare, Ass. Risveglio, Ass. Umanitaria Padana, Ass. Vita Nuova – Rete Italia Insieme, Ass. Vivere Salendo, Associazione volontariato Opera Baldo, Avvocatura In Missione, Associazione Nazionale Autonoma Professionisti (A.N.A.P.S.), Ass. Vita Consacrata per la Lombardia (AVCL),  A.Ge. LAZIO, Centro Nazionale Economi di Comunità (C.N.E.C.), Centro Italiano di Promozione e di Assistenza per la Famiglia, Centro internazionale Giovanni Paolo II e per il magistero sociale della Chiesa, Centro Studi Livatino, Circoli insieme, Comitato SALE per la dottrina sociale, Civiltà dell’Amore, Commissario Lazio Accademia di storia dell’arte sanitaria, Comunità Papa Giovanni XXIII, Confederazione internazionale del clero, Conferenza Italiana Superiori Maggiori (C.I.S.M.), CulturaCattolica.it, Fondazione De Gasperi, Fondazione Fiorentino Sullo,  Forum Cultura Pace e Vita Ets, Forum delle Associazioni sociosanitarie, Giuristi per la Vita, Il Popolo della Famiglia, International Family News, G.R.U. – Gruppi di resistenza umana, La Casa dei Diritti, Movimento Cristiano Lavoratori – MCL,  Movimento Per: Politica, Etica, Responsabilità, Movimento per la Vita, Movimento Regina dell’amore, Osservatorio di bioetica di Siena, Osservatorio parlamentare “Vera lex?”, Presidenza Comitato scientifico Fondazione Fiorentino Sullo, Presidenza Comitato scientifico UCID, Presidenza onoraria Società italiana di bioetica e comitati etici, Rete Liberi di educare, Scuola di Cultura Cattolica, Steadfast. (info@polispropersona.it)